Tra il grande numero di specie e varietà dei generi delle bulbose adatte alla coltivazione in piena terra e presenti nel catalogo CAT-I, rivolgeremo lo sguardo alle piante adatte alle persone che non possono dedicare molto tempo alle cure, ma desiderano ottenere successi con il minimo impegno.

Come prima cosa dobbiamo ricordare alcuni aspetti fondamentali !

.Essenziale è la sufficiente profondità del substrato.

La profondità del terriccio lavorato è importante per assicurare lo sviluppo normale dell’apparato radicale, il quale deve ancorare e sorreggere adeguatamente le piante durante l’accrescimento e deve simultaneamente garantire l’accesso alla necessaria quantità di nutrienti. Per tutte le bulbose è necessario vangare o smuovere il suolo fino ad una profondità pari almeno al quadruplo dell’altezza dei bulbi, cormi, tuberi o rizomi da piantare.

Una regola semplice ed efficace è di piantare gli organi sotterranei di tutte le bulbose alla profondità doppia della loro altezza (un bulbo alto 5 cm dovrà essere piantato in una buca profonda 10 cm). Esistono importanti eccezioni a questa regola (p.es. Cyclamen o Hippeastrum),che vengono segnalate nella descrizione dettagliata delle singole specie e cultivar. Importante è anche il tipo di terriccio in cui viene fatta la messa a dimora: in un suolo pesante la profondità d’impianto sarà decisamente minore che in uno sabbioso, ma il messaggio base è che quasi tutti i bulbi devono essere ben coperti dal terriccio.

Se lasciate indisturbate per alcuni anni, le bulbose sono capaci di trovare da sole la giusta profondità alla quale collocare le radici. Pertanto la suddetta semplice regola è assolutamente adeguata per il primo impianto fatto da giardinieri poco esperti in luoghi dove le temperature invernali permettono che gli organi ipogei rimangano interrati. E’  importante rendersi conto del luogo di provenienza delle piante per poter prendere correttamente le decisioni.

.Importante è l’esposizione.

Dovremo renderci conto delle condizioni in cui le nostre piante si troveranno durante l’intero ciclo vegetativo. In grandi linee si possono distinguere tre situazioni principali

>  posizione in pieno sole – per la maggior parte della giornata ed in particolare durante mezzogiorno e nel pomeriggio

> posizione con insolazione parziale – sole pieno limitato alle ore mattiniere oppure ombreggiamento parziale dalla dalla                                                               vegetazione sovrastante o con sistemi artificiali durante l’intero arco del giorno

>  posizione in piena ombra – per esempio lungo pareti orientate a nord o sotto arcate e vegetazione molto fitta.

         Nella descrizione delle singole piante l’esposizione favorevole viene sempre indicata.

        

.Considerazioni a riguardo della scelta del colore dei fiori e delle foglie.

Quasi tutte le persone prediligono certi colori. Anche nella scelta delle bulbose conviene farsi guidare dalle proprie preferenze. Pur rispettando in pieno le scelte di alcuni progettisti nel creare interi giardini, o stanze o zone a fioritura monocromatica, siamo dell’opinione che la natura è così affascinante perché presenta tanti colori. E’  interessante che i più svariati colori dei fiori, posti anche molto vicini, non creano mai insiemi sgradevoli. Riteniamo che non bisogna temere di avvicinare bulbose a fioritura variopinta. Sicuramente è vantaggioso optare per la messa a dimora dei bulbi in gruppetti. Anche in natura le bulbose si propagano, frequentemente in cerchi, intorno ad una pianta madre. Ma ci sono pure molte bulbose con la forma identica dei fiori e colori molto diversi. Queste possono essere piantate con successo in miscugli.

Nella scelta delle varie bulbose conviene tener conto della forma e del colore del fogliame. Esistono quelle che vengono piantate, soprattutto in luoghi ombreggiati,  proprio per la bellezza del fogliame frequentemente anche variegato.

.La densità dell’impianto contribuisce in maniera decisiva al successo.

Una regola grossolana, ma estremamente efficace per gli impianti in piena terra, è quella di lasciare tra un bulbo e l’altro la distanza corrispondente al diametro del bulbo stesso ( la regola del “uno sì e uno no”). Nel caso il clima permetta di lasciare le piante indisturbate per più anni, è necessario distanziare i bulbi maggiormente. Dopo 3 o 4 anni è però comunque necessario prevedere lo sfoltimento dei cespi, perché le bulbose trattate correttamente tendono a moltiplicarsi. Gruppi troppo fitti non fioriscono bene. Nelle descrizioni delle singole specie e varietà viene comunemente suggerita la distanza di piantumazione secondo la regola “uno sì, uno no”, “uno sì, due no”, “uno sì, tre no” ecc. Come facilmente si intuisce, questo significa piazzare un bulbo e lasciare uno, due, tre ecc. spazi del diametro del bulbo liberi in tutte le direzioni prima di mettere a dimora un altro bulbo. Piantare i bulbi in cerchi risulta particolarmente vantaggioso.

Nel caso si debbano dissotterrare i bulbi dopo il completamento del ciclo vegetativo, è possibile creare eventualmente anche aiuole o gruppi molto fitti. L’effetto ottenuto sarà di abbondanza e ricchezza. Tra di loro i bulbi, cormi, rizomi o tuberi non devono però mai toccarsi. Ovviamente è necessario considerare lo sviluppo del fogliame, ma molte bulbose sono dotate di foglie lanceolate o filiforme che occupano poco spazio. Particolare sarà la situazione nel caso di piante con fogliame largo, come per esempio le Araceae. A loro dovrà essere dato lo spazio sufficiente per non causare un affollamento che causerebbe anche la riduzione della dimensione delle belle foglie.

.L’informazione sull’altezza delle piante adulte permette di effettuare la pianificazione corretta.

Gli impianti in piena terra sono più facili di quelli in fioriere e vasi perché l’ampiezza dello spazio rende meno importanti eventuali errori nella valutazione dell’effetto finale dovuto all’altezza delle piante. Però, è consigliabile informarsi bene sull’aspetto delle singole specie e varietà e posizionare quelle molto alte al centro di aiuole o sul fondo. Nella valutazione dell’aspetto finale è vantaggioso conoscere anche il periodo della fioritura e della fine del ciclo vegetativo. Piante relativamente basse ma più precoci possono, per esempio, essere piantate anche a ridosso di piante tardive più alte che copriranno il fogliame in fase di senescenza di quelle già sfiorite. In zone molto ventose è necessario piantare bulbose alte in maniera da poterle proteggere o sostenere.

.La conservazione degli organi ipogei delle bulbose da mettere a dimora in primavera (dal catalogo CAT-I).

Mentre le bulbose da piantare nel secondo semestre dell’anno sono generalmente a fioritura autunnale o primaverile e si trovano in fase di riposo d’estate, quelle da interrare in primavera sono prevalentemente a fioritura estiva o autunnale, con il ciclo vegetativo che inizia in primavera e finisce in autunno. La corretta conservazione degli organi sotterranei nella fase di dormienza durante l’inverno è essenziale alla sopravvivenza di queste piante e per mantenere la loro vigoria. E’  importante rendersi conto della provenienza di queste piante per poter scegliere le condizioni adeguate durante il periodo di riposo. Molte delle bulbose a fioritura estiva sono di origine tropicale o subtropicale ed esigono anche durante la fase di riposo delle temperature relativamente alte, comunque superiori a 0°C e non di rado superiori a 10°C. A parte poche eccezioni, l’umidità relativa dell’atmosfera in cui avviene la conservazione deve essere medio-bassa. Per la grande maggioranza dei bulbi, cormi, rizomi o tuberi delle piante geofite decorative a fioritura estiva è dunque opportuno conservare gli organi ipogei immersi in un materiale granulare che consenta il mantenimento dell’adeguata bassa umidità del microambiente che li circonda.  Interessante è notare che alcune geofite ornamentali originarie da zone particolarmente secche, per esempio del Centro America, sono in grado di sopravvivere senza essere interrate per una stagione vegetativa. Questa capacità, la quale non è generalizzata, permette una maggiore flessibilità nell’uso di alcune di queste piante ed è dovuta alle condizioni ambientali difficili dei luoghi di origine, dove possono verificarsi eventi di siccità molto protratti.  Le bulbose a fioritura primaverile non possiedono generalmente questa capacità, visto l’andamento climatico tipico delle loro zone d’origine.

Grazie per aver voluto segnarsi questi punti. Possiamo adesso andare a vedere il panorama dei generi facili di bulbose da piantare in primavera in vaso.

Le descrizioni delle singole piante, accessibili dai nomi dei generi visibili dal punto di osservazione panoramico, permetteranno di individuare le caratteristiche che soddisferanno le varie condizioni elencate finora durante questa importante sosta sul nostro cammino.