Questo gladiolo è in Italia comunemente noto come acidantera e di rado come gladiolo dell’Abissinia (da non confondere con Gladiolus abyssinicus, caratterizzato da fiori rossi e verdi ed una gola gialla). In inglese si usa un nome volgare colorito, Peacock Flower (Fiore pavone), ed anche Abyssinian Gladiolus. Si tratta di una pianta di origine africana: dell’Etiopia, Tanzania, Malawi e Mozambico. In Europa è stata introdotta tardi in coltivazione – solo nel 1896 – ma è stata accettata subito con molto entusiasmo, sia per la bellezza dei fiori ed il loro profumo nelle ore serali e notturne, che per il periodo di fioritura. Infatti è un gladiolo particolarmente tardivo: in Italia esso fiorisce generalmente alla fine dell’estate ed in autunno. Il vivaio olandese van Tubergen, a cui si devono molte introduzioni di bulbose ed il loro miglioramento genetico, lavorò all’inizio del XX secolo anche sul Gladiolus callianthus e le piante di acidantera oggi vendute in Europa sono dovute alla selezione ZWANENBURG introdotta da tale ditta. I cormi attualmente disponibili sul mercato sono molto economici e prodotti in Olanda.
Le belle foglie spadiformi, simili a quelle di altri gladioli, alle crocosmie e le tritonie, rimangono belle molto a lungo – non solo durante l’accrescimento estivo della pianta, ma anche al momento della sua fioritura tardiva – quando le foglie di altre piante simili sono ormai in fase di decadimento. Lo stelo fiorale raggiunge l’altezza di 70-100 cm e porta generalmente 6-8 fiori di una dimensione relativamente grande (7 o più cm in diametro). I fiori sono tubolari, allargati sulle estremità, con il tepalo superiore inclinato avanti, bianchi con una macchia porpora-violetto alla base dei tepali. Essi emanano un piacevole profumo verso sera e durante le ore notturne, perché nel suo habitat naturale il Gladiolus callianthus viene fecondato da falene a proboscide lunga, attratte appunto dal profumo.
I cormi dell’acidantera sono di forma sferica e di colore marrone chiaro. Quando ogni pericolo di gelate tardive è passato i cormi vengono piantati alla profondità pari al triplo del loro diametro e distanziati tra di loro secondo la regola “uno sì, due o tre no” in un comune suolo da giardino. Conviene creare dei cerchi, ma la pianta si presta anche a formare file, soprattutto lungo elementi architettonici lineari come muretti, recinzioni, scale ecc. Nei climi miti dell’Italia centrale e meridionale è possibile lasciare i cormi indisturbati per molti anni, mentre dove si verificano forti gelate è consigliabile dissotterrarli in tardo autunno e conservarli immersi in trucioli o torba fino alla primavera successiva.
Come tutti i gladioli, anche l’acidantera si moltiplica attraverso i cormetti formati intorno al cormo principale rinnovato ogni anno. Si consiglia di procedere alla suddivisione di gruppi eccessivamente folti in tardo autunno e comunque ogni circa quattro anni dall’impianto iniziale dei cormi.
Sulle foglie possono insidiarsi degli afidi, facilmente controllati con aficidi comuni. Altri problemi di salute dell’acidantera sono rari, ma è importante che non si esageri con l’umidità del suolo, pur assicurando durante l’intero ciclo vegetativo l’apporto regolare di acqua. Nel periodo estivo una o due fertirrigazioni con un concime per piante fiorite sono sufficienti per ottenere l’orgoglioso sviluppo delle piante, le quali abbisognano di almeno quattro ore di insolazione diretta per svilupparsi correttamente.
La semplicità di coltivazione, l’eleganza delle piante ed il basso prezzo dei cormi sono le principali ragioni per la crescente diffusione dell’Acidanthera bicolor ‘Murielae’.
(FOTO di J.S : Acidanthera bicolor ‘Murielae’ in fiore nel giardino della Floriana Bulbose all’inizio di ottobre 2009)