Amaryllis belladonna
€ 5,90 (1 pz) - € 50,15 (10 pz)
Fiori rosa, talvolta con sfumature bianche o rosse; la parziale ombreggiatura nel pomeriggio prolunga la fioritura; produce semi che germogliano facilmente, ma sono necessari più di 5 anni per ottenere piante in grado di fiorire, la propagazione viene generalmente fatta per via agamica.
La pianta non ama il trapianto e spesso i bulbi danno fiori solo nell'anno successivo al trapianto.
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La specie Amaryllis belladonna è originaria del Sudovest della Provincia del Capo in Sudafrica, dove cresce in piccoli ma densi gruppi tra le rocce in suoli molto permeabili. Essendo la propagazione per seme molto semplice, si possono osservare estese popolazioni soprattutto lungo i pendii delle colline e montagne, nelle quali si nota frequentemente un'importante variabilità nel colore e nell'aspetto dei fiori. La pianta ha un grande bulbo scuro tondeggiante, ricoperto da catafilli beige o marrone chiaro. Esso cresce ad una velocità moderata e può produrre fiori solo quando ha raggiunto un diametro di ca. 8 cm o più. Nei fynbos del Sudafrica si osserva la fioritura particolarmente copiosa dopo gli incendi.
Le infiorescenze, composte da fiori imbutiformi (generalmente tra 6 a 12), sono portate su steli di colore verde-porpora alti 50-60 cm, i quali emergono dal bulbo prima delle foglie verso la fine di Agosto (Febbraio-Aprile nel Paese di origine vedi), generalmente dopo le prime piogge che segnano la fine della massima calura estiva. I fiori, simili a quelli dei gigli di tipo longiflorum, sono lunghi ca. 10 cm con un'apertura massima tra le punte dei tepali pari a ca. 8 cm. Sono portati su peduncoli corti ed orientati prevalentemente nella direzione di massima insolazione. Il loro colore è rosa tenue, frequentemente con la gola più chiara, fino a bianca. I fiori sono piacevolmente profumati, soprattutto nelle giornate calde e verso sera. In natura si trovano anche delle forme completamente bianche oppure appena con un'ombra di rosa e quelle con varie tonalità di rosa, fino ad una tinta assai scura. I fiori che invecchiano all'ombra assumono generalmente una colorazione più scura, eventualmente a macchie, mentre in pieno sole frequentemente sbiadiscono durante la maturazione. Dal centro del fiore emerge il lungo pistillo con lo stigma rivolto verso l'alto. Esso è circondato dalle antere inizialmente scure e lucide, le quali si spaccano per esporre il polline bianco ed appiccicoso. I fiori rimangano aperti per molti giorni. In coltivazione può risultare vantaggioso innaffiare le piante durante la fioritura per prolungarla.
Vari cloni di Amaryllis belladonna sono stati portati dalla regione d'origine in zone con un clima adatto alla loro propagazione. Esistono numerose popolazioni inselvatichite in climi simili a quello mediterraneo, ma anche in alcune zone assai aride. Si riscontra una notevole variabilità sia nel colore che nell'aspetto dei fiori (slideshow a sin. e vedi alcune vere forme nella Galleria dell'IBS).
L'Amaryllis belladonna non ha bisogno di un suolo particolare e riesce bene anche in substrati pesanti, purché permeabili. I migliori risultati si raggungono in suoli leggermente acidi o neutri. La pianta è adatta alla coltivazione in piena terra e mal sopporta la costrizione causata da vasi e recipienti. I bulbi di medie dimensioni devono essere piantati ad una profondità pari a 1,5 o 2 volte l'altezza del bulbo e sono dunque sempre ben coperti dal substrato. Bulbi molto grandi, pronti per la fioritura, devono essere piantati meno profondi, con la punta appena coperta dal suolo. Il momento più adatto per la messa a dimora è alla fine dell'estate, ma bulbi di media grandezza sono frequentemente disponibili anche in primavera. Essi dovrebbero essere impiantati appena dopo il pericolo di gelate per permettere alle foglie, che spesso sono già visibili in cima ai bulbi, di svilupparsi e completare un breve ciclo di accrescimento. Dopo la messa a dimora in primavera le piante non riescono generalmente a fiorire nel primo anno e, trattandosi spesso di bulbi di minore grandezza, sono necessari 2 o 3 anni per vedere i primi fiori. Successivamente, se trattate correttamente, le piante fioriranno praticamente ogni anno. I bulbi ingrossando negli anni raggiungono spesso il livello della superficie del suolo. Non è necessario intervenire per coprirli con il terriccio, ma quando si formano grossi agglomerati tra bulbi grandi e bulbetti prodotti agamicamente, conviene separarli all'inizio dell'estate e ripiantarli immediatamente distanziandoli adeguatamente. Un moderato apporto di nutrienti in autunno ed in primavera (fertilizzante liquido per piante fiorite) permette un migliorie accumulo di riserve nei bulbi e dunque una fioritura più abbondante.
Le foglie dell'Amaryllis belladonna si sviluppano in autunno dopo la fioritura. Esse sono lucide, lineari, verde intenso, lunghe da 20 a 50 cm, molto decorative, di varia larghezza secondo il clone disponibile. Le piante tollerano episodi di lieve gelo, ma le foglie vengono danneggiate dal gelo sotto – 5°C. Esse crescono durante l'autunno e l'inverno e sono indispensabili per l'ingrossamento dei bulbi e la fioritura nella successiva stagione. Brevi episodi di gelo fino a -5° C causano solo lievi danni alle punte delle foglie, che vengono superati bene al momento del ritorno di temperature più miti della primavera e non impediscono lo sviluppo normale dei bulbi. Le foglie rimangono verdi fino ai mesi di aprile o maggio e non devono essere tolte ne deve essere tentato il trapianto delle piante prima del completamento del ciclo vegetativo.
La propagazione viene effettuata per separazione dei bulbi laterali, mentre è molto lenta quella da seme. In natura nei luoghi di origine della specie i grandi frutti carnosi bianchi, giallognoli o rosati (vedi) vengono dispersi dal vento e dalle forti piogge di fine Marzo ed Aprile e la germogliazione avviene entro due settimane. Sono però necessari cinque o più anni perché le nuove piante possano fiorire per la prima volta.
Danni da parassiti sono rari (limacce e mosca dei bulbi). Il nemico principale è il forte freddo e la negligenza nella cura delle foglie da parte di giardinieri senza scrupoli, poco attenti o troppo inesperti.
Come numerose altre Amaryllidaceae, anche A. belladonna è una pianta tossica per l'uomo a causa della presenza di certi alcaloidi sia nei bulbi che negli organi verdi. L'ingestione può causare un grave malessere ed i suoi liquidi provocano irritazioni cutanee.