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Zantedeschia (Calla) aethiopica

 6,50 (1 pz) -  55,25 (10 pz)

Spata bianca, spadice giallo. Fogliame verde intenso. Teme solo gelate forti.

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Fioritura

Linneo attribuì a questa specie il nome Calla aethiopica e tuttora tra i vivaisti e i giardinieri la pianta è conosciuta soprattutto così. All’inizio del XIX secolo il genere Calla fu scisso dai botanici e le piante oggi inserite nel genere Zantedeschia si chiamavano brevemente Richardia. Essendo tale nome però già usato per un altro genere, della famiglia delle Rubiaceae, fu accettato il nome valido tuttora, che ricorda il botanico italiano Francesco Zantedeschi (1797-1846).
La specie Z. aethiopica è originaria del Sudafrica, del Namaqualand e del ovest della Provincia del Capo, ma è frequente anche verso nord lungo la costa atlantica e nell’nordest in KwaZulu-Natal. I suoi nomi volgari inglesi, Lily of the Nile e Egyptian Lily, indicano la sua diffusione lungo corsi d’acqua molto più al nord. Tra le Zantedeschia questa è la specie più coltivata ed ha anche una notevole importanza nell’industria dei fiori recisi. Esistono numerose cultivar (p.es. “Childsiana”, “Crowborough”, “Gigantea”, “Little Gem”, “Perle di Stuttgart” ecc. ecc.)
Floriana Bulbose offre la specie base sia dal catalogo autunnale CAT-IV che da quello primaverile CAT-I, mentre delle selezioni con fiori con tinte particolari sono presenti solo nel CAT-I.
La Zantedeschia aethiopica è una vigorosa aracea semi-palustre che può formare grossi cespi. Le grandi foglie sono oblunghe lunghe (anche 60 cm) il doppio della loro larghezza, erette o semi-erette. In zone calde esse sono sempreverdi, mentre sono decidue in aree più fredde. Le piante sopportano anche eventi di gelo e possono sopravvivere bene in stagni parzialmente ghiacciati d’inverno, purché il rizoma si trovi ben immerso nella fanghiglia. Al terreno è sufficiente che venga applicata una sostanziosa pacciamatura per salvare i rizomi in aree dove il suolo non gela in profondità. Per la sopravvivenza delle piante, che amano posti umidi, è necessario ricordare una esigenza frequentemente trascurata: la sufficiente aerazione del substrato. Condizioni di anossia sono dannose sia durante il ciclo vegetativo che durante il periodo di riposo invernale. Le infiorescenze sono portate su steli fiorali nei luoghi di origine lunghi fino a 180 cm, ma nei giardini amatoriali raggiungono generalmente non più di 90 cm. Esse sono composte da uno spadice giallo avvolto da una grande spata bianca. Esistono selezioni con spadice arancione o rosso. La fioritura si verifica secondo il momento dell’impianto ed in funzione delle condizioni climatiche: dalla fine dell’inverno astronomico fino all’inizio dell’estate. In luoghi caratterizzati da una spiccata siccità estiva è necessario assicurare almeno una moderata umidità del suolo e la conseguente frescura per evaporazione oppure i grandi rizomi oblunghi devono essere dissotterrati e conservati fino al reimpianto. La conservazione corretta esige un luogo fresco ed i rizomi dovrebbero essere immersi in un materiale inerte, come trucioli, perlite, torba, sabbia fine o vermiculite.
I rizomi vanno piantati in un suolo ricco di medio impasto, oppure nel fango di stagni poco profondi, coprendo bene le loro gemme apicali con il substrato. La distanza tra i rizomi deve essere sufficiente per permettere lo sviluppo delle grandi foglie e dipende dall’effetto che si desidera ottenere. Generalmente tra un rizoma e l’altro deve essere lasciato lo spazio di almeno 30 cm.
Durante il ciclo vegetativo è opportuno apportare nutrienti alle piante. Un fertilizzante liquido per piante fiorite può essere applicato tre o quattro volte alla dose consigliata sulla confezione. Per assicurare lo sviluppo adeguato del fogliame è opportuno spruzzarlo con acqua nel periodo fresco della giornata ed in ogni caso è necessario evitare il completo essiccamento del substrato. Nelle condizioni pedoclimatiche favorevoli è opportuno non disturbare le piante per alcuni anni e cercare di ottenere cespi folti e grandi, molto decorativi.

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