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Eremurus stenophyllus (bungei)

 8,90 (3 pz) -  75,65 (30 pz)

Infiorescenze di media altezza. Fiori di colore giallo.

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Famiglia

Origine

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Altezza

Esposizione

Fioritura

Questa è la specie più facile in coltivazione di un genere relativamente impegnativo e viene frequentemente indicata in qualità di esempio. Le indicazioni riguardanti la coltivazione sono valide per tutti gli eremori, per le specie – tutte originarie dell’Asia – e per gli ibridi orticoli, presenti nel catalogo CAT-IV.
Eremurus stenophyllus è originario dell’Iran ed è stato introdotto in Europa alla fine degli anni 80 del XIX secolo. Le sue numerose foglie sono strette, lunghe (30-40 cm) e lisce. I fiori sono molto numerosi, piccoli, gialli, riuniti nella lunga infiorescenza (Coda di volpe) portata da uno stelo fiorale non molto alto (solo fino a 125 cm, mentre molte altre specie e vari ibridi orticoli come p.es. E. x isabellinus, raggiungono altezze maggiori: 150 a 300 cm). I fiori si aprono lentamente dal basso verso l’alto, assicurando una lunga fioritura a cominciare dalla fine della primavera.
L’aspetto dell’organo sotterraneo e la coltivazione sono i punti di maggiore interesse per chi prova a piantare gli eremori per la prima volta. Si tratta di una radice rizomatosa che rammenta una stella di mare. Il centro convesso, generalmente con un germoglio ben evidente, deve essere piantato verso l’alto, i segmenti simili a tentacoli devono essere disposti orizzontalmente e tutto deve essere coperto di almeno 5 cm di suolo. Il substrato deve essere estremamente permeabile, preferibilmente assai sabbioso, ricco di sostanze organiche e tendenzialmente secco, come lo si può trovare su pendii vicini a boschi o macchie. Nel caso il suolo originario fosse molto diverso da quanto indicato, sarà necessario procedere alla bonifica usando terriccio torboso e sabbia. Le piante messe a dimora dovrebbero rimanere indisturbate per alcuni anni. Da un solo rizoma entro 3 anni possono formarsi 4-5 rizomi laterali, dotati dai propri centri con germogli, che potranno essere staccati e subito ripiantati. Il maggiore pericolo per i rizomi è costituito da una manipolazione non attenta che può provocare rotture dei segmenti radicali e da un’umidità eccessiva (soprattutto da ristagni d’acqua) nel suolo, particolarmente se troppo argilloso. L’esposizione deve essere in pieno sole e più possibile a riparo dai venti. Quando i rizomi avranno emesso i germogli e saranno cresciute le prime foglie è opportuno procedere alla concimazione con un fertilizzante liquido per piante fiorite, applicato numerose volte a dosi basse (un quarto o un terzo della concentrazione consigliata sulla confezione). A popolazioni ben avviate è possibile somministrare del concime organico, anche lo stallatico ben maturo, già all’inizio dell’inverno. Gelate tardive possono essere molto pericolose per le giovani foglie e in caso di necessità è opportuno procedere alla protezione temporanea con una massiccia pacciamatura o con un tessuto non tessuto. Anche le limacce possono arrecare notevoli danni ai giovani getti. Superata la fase dell’accrescimento dell’inizio della primavera, le piante si rafforzano e cominciano ad emettere lo stelo fiorale. In tale fase sono solo i forti venti a costituire seri pericoli e la coltivazione è avviata ad una apoteosi di fioriture sorprendenti.

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