Lycoris le specie, le selezioni, gli ibridi
Ufficialmente il genere comprende 23 specie ed alcune varietà. Tutte le specie sono originarie dell’Estremo Oriente (dal Nepal al Giappone). In Europa i bulbi di alcune specie e selezioni sono disponibili in primavera durante un periodo di dormienza introdotto artificialmente. Tali bulbi danno frequentemente vita a piante che fioriscono solo dopo uno o due anni. La coltivazione in recipienti e la loro opportuna protezione invernale, assicurando simultaneamente una sufficiente esposizione alla luce, facilita la sopravvivenza delle piante in zone dove all’esterno si verificano episodi di forte freddo.
Il nome botanico ed i nomi volgari nelle zone di provenienza
Il nome scientifico fu attribuito a questo genere, precedentemente incluso in Amaryllis, da William Herbert, che lo pubblicò per la prima volta nel 1819 e lo introdusse definitivamente nel 1821 nella sua famosa pubblicazione Appendix (vedi). Il nome Lycoris, scelto da Herbert, ricorda una bellissima attrice della Roma antica, di cui furono innamorati Marco Antonio e Gaius Cornelius Gallus. Quest’ultimo, un soldato, oratore e poeta di origine gallica, amico di Augusto e Virgilio, dedicò quattro suoi libri di poesie alla sua amante, la mima a cui egli diede il nome poetico Lycoris. L’attrice era una libertina di nome Volumnia e recitava sotto il pseudonimo Cytheris. Essa entrò nel mondo dell’aristocrazia romana grazie alle sue relazioni cortigiane. E’ particolarmente edificante che un bellissimo genere di piante bulbose esotiche porti il nome ideato da un poeta dell’antichità.
In Cina molte specie di Lycoris vengono chiamate comunemente “Aglio delle rocce”, in riferimento ad una certa somiglianza dei loro bulbi a quelli degli Allium commestibili (cipolle). Tale nome è però forviante, perché tutte le Lycoris sono velenose per l’uomo a causa della presenza di lycorina, un potente alcaloide. Pertanto, per esempio nella lingua cantonese Lycoris radiata viene chiamata “chung kwai fa”, per ricordare l’amara esperienza di chi scambia i suoi bulbi con quelli degli agli, perché egli è destinato ad incontrare l’acchiappaspiriti, Chung Kwai.
In Cina il nome comune di tutte le Lycoris è 石蒜属 “shi suan shu”. In mandarino il più suggestivo è però senz’altro quello della specie Lycoris aurea : 忽地笑 “hu di xiao”, che tradotto letteralmente significa “all’improvviso la terra sorride”.
In Giappone vi sono, dicono, più di 900 nomi per L. radiata (vedi), di cui il più noto è 彼岸花 “higanbana”, cioè “fiore di equinozio” (vedi ed ascolta). In tale Paese le Lycoris vengono venerate da tempi immemorabili ed oggi considerate anche come attraenti decorazioni floreali (vedi ed ascolta).
Molte Lycoris vengono oggi coltivate negli stati più meridionali degli Stati Uniti d’America (soprattutto Lycoris squamigera e Lycoris radiata) e portano nomi volgari assai interessanti e vari, e.g. Magic Lily, Resurrection Lily, Spider Lily, Hurricane Lily, Surprise Lily, Naked Lady.
Ceni storici, mitologici e tassonomici
Due specie di Lycoris (L. radiata e L. aurea) erano note ai giardinieri e botanici europei già nella seconda metà del XVIII secolo. Infatti, a Charles Louis L’Héritier de Brutelle sono dovuti gli atributi “aurea” e “radiata”, con i quali egli distingueva le specie allora ancora attribuite al genere Amaryllis (1788). Fu poi Herbert ad introdurre la classificazione attuale.
Alcune specie di Lycoris furono descritte nella seconda metà dell’ottocento (e.g. L. squamigera, L. sanguinea, L. straminea), mentre solamente studi più moderni completarono le conoscenze del genere, allargando il numero di specie, di cui alcune potrebbero ancora rivelarsi solo delle forme o ibridi. Un buon esempio dei problemi tassonomici delle Lycoris è costituito dalle piante di Lycoris radiata, dunque di una delle prime due specie importate e descritte in Europa. Esse erano tutte sterili e si rivelarono successivamente essere un cariotipo triploide della specie. Il clone dal quale provenivano è molto frequente in coltivazione in Oriente (presente nella valle del Jangtse in Cina e naturalizzato ovunque in Giappone, ad eccezione dell’isola di Hokkaido). La forma selvatica fertile della specie fu descritta solo nel 1938 come “Lycoris radiata var. pumila “. Prima del chiarimento definitivo della ploidia e della classificazione botanica attualmente in vigore, anche alla Lycoris radiata di L’Héritier e Herbert fu dunque temporaneamente attribuito il rango di varietà con il nome Lycoris radiata var. radiata. La forma fertile diploide della specie (2N=22) è spontanea esclusivamente in Cina, mentre con molta probabilità la forma triploide (33 cromosomi) fu importata in tempi preistorici dalla Cina in Giappone dove fu naturalizzata su grande scala (vedi) e venerata già nell’antichità, per esempio nella raccolta delle poesie Manyu-shuu.
Risulta particolarmente interessante che in Giappone in passato questa pianta non veniva mai coltivata come essenza decorativa, perché secondo le credenze antiche era considerata posseduta dalle anime dei defunti, come testimoniano varie tristi leggende. Pertanto la Lycoris radiata veniva diffusa soprattutto nei cimiteri e nei templi buddhisti. I buddhisti la chiamano tuttora “Fiore della Nirvana” o “Manyusaka” cioè “Fiore celestiale”. Anche il nome 曼珠沙華 “Manyushage” viene dal Lotus Sutra buddhista, riferendosi a “un fiore rosso” nella pronuncia sanscrita. La trascrizione di questi nomi non rende le sottili sfumature della pronuncia, le quali sono alla base delle varie associazioni e leggende connesse con i fiori delle Lycoris. Una delle narrazioni tradizionali più famose è quella che racconta di due elfi, Manyu e Saka, incaricati a vigilare rispettivamente sui fiori e sulle foglie. Il ciclo vegetativo delle Lycoris è tale che i fiori si sviluppano ed appassiscono prima dell’emissione delle foglie e le foglie ingialliscono e si seccano prima della fioritura. Così, anche i due elfi non avrebbero dovuto incontrarsi mai. Ma per curiosità essi sfidarono la sorte di doversi solo occupare della pianta e riuscirono a vedersi di nascosto. Tra loro sbocciò l’amore a prima vista, ma la dea Amaterasu, esasperata dalla loro capricciosità ed ostinazione, separò la coppia e sentenziò che i fiori di Manyu non dovevano mai più incontrare le foglie di Saka. Quando gli amanti si ritrovarono poi dopo la morte nel Diyu, nel regno dei defunti, essi fecero la solenne promessa di incontrarsi di nuovo dopo la loro incarnazione. Ma la loro promessa non si realizzò mai.
Nonostante la forte tossicità delle piante e dei bulbi, in passato nei momenti di carestia, essi venivano variamente trattati per poter essere consumati. L. radiata venne pertanto piantata lungo i confini delle risaie come fonte alimentare alternativa, ma si ipotizza anche una sua funzione di protezione contro i topi, data la sua spiccata tossicità per i roditori.
Come è possibile vedere nelle immagini qui a sinistra, attualmente in Giappone la Lycoris radiata è comune tra le risaie, nei templi, lungo i corsi d’acqua e sempre più diffusamente anche nei parchi. Il più famoso tra questi è il parco Kinchakuda (vedi), sorto in un luogo dove Lycoris radiata era già spontaneamente abbondante. Qui sono state rimosse molte altre piante che potevano ostacolare la diffusione della Lycoris, di cui attualmente si stima siano presenti oltre 1 milione di bulbi.
In generale è possibile affermare che molte delle popolazioni di Lycoris coltivate nei Paesi d’origine sono triploidi sterili delle specie oppure la prima generazione ottenuta da incroci.
Le specie
Il genere Lycoris è affine al genere Amaryllis del Sud Africa (vedi). Le specie fioriscono su steli che spuntano direttamente dal bulbo prima dell’emissione delle foglie, le quali sono ora lanceolate sottili ed esili (lunghe fino a 60 cm e larghe solo 0,50-2,0 cm), ora nastriformi. I fiori sono imbutiformi, raccolti in infiorescenze ad ombrella, composte da 4 a 8 fiori di vari colori (bianco, giallo, arancione, rosa, rosso vivo). Secondo Traub e Moldenke (1949), in base alla lunghezza dei filamenti è possibile distinguere due sottogeneri di Lycoris: il subg. Eulycoris con i filamenti due a tre volte più lunghi dei tepali (p.es. Lycoris radiata) ed il subg. Symmanthus con filamenti appena più lunghi dei tepali (p.es. Lycoris squamigera). Tale distinzione sembra però avere solo un significato morfologico. Infatti, moderni studi sulla specializzazione cariotipica delle Lycorisindicano che le variazioni non sempre corrispondono alle specializzazioni morfologiche (vedi). L’antica tradizione dell’orticoltura ornamentale in Cina è probabilmente la causa dell’esistenza di numerose Lycoris considerate delle specie, mentre la loro sterilità nonché le analisi sui loro genomi indicano che si tratta di forme triploidi o ibridi interspecifici, talvolta anche con un pedigree molto complesso.
In seguito vengono presentate informazioni essenziali solo sulle specie coltivate più frequentemente. Un elenco più ampio (in italiano) si trova qui, un elenco pressoché completo (in inglese) qui. Delle interessanti informazioni in inglese sono presenti, per esempio, qui e qui ed in italiano qui.
Lycoris radiata
La specie più diffusa in Oriente è Lycoris radiata nella sua forma triploide sterile (var. radiata), derivata dalla Lycoris radiata diploide spontanea tuttora solo in Cina e chiamata anche var. pumila. Approfonditi studi filogenetici (read) hanno permesso di svelare dettagli molecolari che hanno confermato i precedenti risultati a livello cromosomico, con i quali erano stati già identificate le due forme della stessa specie. Anche i bulbi commercializzati in Europa sono della forma triploide della Lycoris radiata. Questa vigorosa pianta ha un ciclo vegetativo che inizia con l’emissione degli steli fiorali a fine estate o all’inizio dell’autunno. I singoli fiori durano circa una settimana e sono riuniti in infiorescenze ad ombrella. I tepali hanno frequentemente i bordi ondulati. Essi sono rossi o rosa scuro e diventano più chiari invecchiando. Gli stami ed il pistillo, elegantemente ricurvi, sono notevolmente più lunghi (più di due volte) dei tepali. Dopo la fioritura si sviluppano relativamente lentamente le foglie nastriformi, verdi con riflessi glauchi e con una linea mediana più chiara. Esse sono poco appariscenti, piuttosto strette (da 0,5 a 2 cm), lunghe da 30 a 40 cm, simili a quelle dei narcisi, ma generalmente leggermente ricurve. Le foglie superano gli inverni relativamente miti senza problemi e durano per tutta la primavera, quando producono le maggiori riserve per nutrire il bulbo. Esse ingialliscono e si seccano a fine maggio o a giugno. I bulbi rimangono in terra in uno stato di semidormienza durante il periodo più caldo dell’anno, quando però le loro radici non si seccano del tutto ed assicurano l’emissione dello stelo fiorale generalmente dopo le prime piogge di fine estate. I bulbi della Lycoris radiata sono molto simili a quelli dei narcisi. Essi vanno piantati alla profondità corrispondente a circa due volte la loro altezza in un suolo ben drenato, distanziati 10-15 cm uno dall’altro, in un luogo possibilmente parzialmente ombreggiato o comunque non del tutto secco durante l’estate. La Lycoris radiata non ama il trapianto e non lo sopporta molto bene ad eccezione del periodo immediatamente dopo la fine del ciclo vegetativo. Finora in Europa i bulbi erano però generalmente disponibili solo alla fine dei mesi invernali dopo essere stati conservati a lungo, soprattutto perché importati dall’India, dove viene interrotto il loro ciclo vegetativo. Tali bulbi vengono piantati in primavera e talvolta emettono subito le foglie, completano il ciclo vegetativo all’inizio dell’estate e possono, raramente, fiorire già nel primo anno. Più frequentemente le piante riescono però a fiorire solo nel secondo o terzo anno dopo l’impianto e, per evitare ulteriori stress, dovrebbero essere poi lasciate indisturbate. Solo nel caso negli anni si formasse un cespo troppo fitto, sarà necessario procedere al diradamento, da effettuare verso la fine di giugno. I bulbi separati uno ad uno con delicatezza e senza danneggiare le radici dovranno essere ripiantati più presto possibile alla corretta profondità. Non sarà necessario annaffiare subito, ma un leggero inumidimento dello strato superiore del terreno assicurerà che la temperatura del suolo non si alzi troppo, il che potrebbe comportare un essiccamento eccessivo dei bulbi nella fase di semidormienza. Ultimamente durante l’estate vengono importati in Europa dei bulbi di Lycoris radiata dal Giappone. Questi bulbi provengono da pianta che hanno completato il loro intero ciclo vegetativo a giugno e sono dunque in grado di produrre steli fiorali già nell’autunno. Talvolta però anche questi bulbi “si offendono” per il trapianto e i primi fiori si hanno solo nel secondo autunno dopo la messa a dimora che deve essere completata a fine agosto o all’inizio di settembre. Le infiorescenze della Lycoris radiata possono essere recisi, ma i migliori risultati si ottengono creando degli ampi gruppi nel giardino in una zona fresca, dove la fioritura si protrarrà più a lungo e verrà ammirata in loco. L’annaffiatura abbondante durante la fioritura sarà necessaria in caso di temperature ambientali troppo alte.
Lycoris aurea
La seconda specie più diffusa in Europa è Lycoris aurea, originaria di zone calcaree della provincia di Guizhou in Cina, presente anche in Giappone ed in altri Paesi del Sudest Asiatico. Questa pianta ha fiori morfologicamente simili (sottogenere Eulycoris) alla più nota Lycoris radiata, ma si distingue per il colore giallo oro con riflessi ocra-arancioni dei tepali. La fioritura è più tardiva della L. radiata e si verifica con più facilità dopo un periodo estivo caldo e secco. I fiori sono fertili, il che permette di ottenere ibridi con altre specie, per esempio con L. radiata var. pumila. I bulbi sono leggermente più chiari di quelli della L. radiata, ma vengono trattati allo stesso modo. Dopo la messa a dimora dei bulbi in primavera si verifica frequentemente una dormienza prolungata fino all’autunno del secondo anno quando improvvisamente emergono gli steli fiorali, alti ca. 60 cm, ben prima delle foglie. Le foglie sono relativamente corte e formano cuscini piuttosto compatti che devono poter superare il freddo invernale per poter adeguatamente nutrire il bulbo nel periodo primaverile. Talvolta il ritardo di un intero anno nell’emissione degli scapi fiorali si verifica anche con la piantumazione in estate. Il nome cinese, “improvviso sorriso”, riflette la venerazione di cui questa pianta gode nel Estremo Oriente. Si conoscono delle selezioni della L. aurea che si distinguono per gli steli fiorali alti fino a 90 cm ed infiorescenze del diametro di 20-25 cm. Questa specie può essere coltivata in un suolo ben drenato anche in pieno sole, dove è possibile assicurare un periodo secco d’estate. La pianta della L. aurea è relativamente esigente in nutrienti. Essa trae beneficio da concimazioni con un fertilizzante per piante fiorite ricco di potassio. La Lycoris aurea è meno rustica della L. radiata e in zone con inverni freddi necessita dunque di accorgimenti come la pacciamatura con uno spesso strato di foglie, eventualmente trattenute con un telo di tessuto non tessuto antigelo, nei momenti di gelate più forti. E’ poi però necessario garantire alle foglie un sufficiente accesso alla luce quando la temperatura risale.
Lycoris albiflora
Questa pianta, descritta nel 1924 (vedi), del sottogenere Eulycoris, è di particolare interesse per il colore bianco dei suo fiori molto simili morfologicamente a quelli della Lycoris radiata. La pianta è meno rustica di quest’ultima, ma fiorisce generalmente nello stesso periodo. Le foglie emergono dopo la fioritura e prima del freddo invernale. Il contrasto tra le infiorescenze rosse della L. radiata e quelle bianco crema puro (solo raramente con riflessi rosa) della L. albiflora permette di creare vistosi effetti nelle aiuole a fioritura autunnale. E’ probabile che questa pianta sia in realtà un antico ibrido, possibilmente tra L. aurea e L. radiata. o L. traubii e L. radiata. Pertanto in molte pubblicazioni essa viene indicata come Lycoris xalbiflora. I suoi fiori sono sterili. Per ora essa è diffusa soprattutto in Giappone, ma i suoi bulbi vengono già offerti anche negli Stati Uniti e si spera che possano presto essere disponibili più comunemente in Europa, dove questa pianta potrebbe significativamente arricchire l’assortimento delle bulbose a fioritura autunnale.
Lycoris incarnata
Questa specie, piuttosto rustica perché le foglie emergono solo in primavera, è caratterizzata da infiorescenze con fiori rosa pallido e striature rosa-porpora mediane sia all’interno che all’esterno dei tepali. A causa di questa combinazione di colore, in inglese la specie viene talvolta chiama Peppermint Spider Lily. Le piante preferiscono una posizione parzialmente ombreggiata ed un terriccio fresco. La fioritura è particolarmente precoce rispetto ad altre Lycoris. I boccioli disposti verticalmente hanno un colore porpora scuro e contribuiscono significativamente alla bellezza della pianta. I bulbi di questa specie sono ancora di difficile reperibilità in Europa, ma è probabile che non solo la specie ma anche gli ibridi derivati dall’incrocio con altre Lycorisdiventeranno accessibili nel prossimo futuro.
Lycoris sprengeri
Sia le foglie che gli steli fiorali di questa specie del sottogenere Symmanthus sono significativamente più corti delle altre Lycoris coltivate. Di particolare interesse è però il colore dei fiori: rosa carico con sfumature bluastre (spesso definite “elettriche”) alle punte dei tepali. Esistono delle selezioni con sfumature blu più o meno accentuate degli interi tepali. Certe immagini dei fiori dalle coltivazioni giapponesi di questa specie sono tra le più affascinanti fotografie di Lycoris presenti nelle raccolte internazionali. La lentezza della riproduzione agamica, dovuta al ridottissimo tasso di crescita dei bulbilli, ed ancora più di quella della propagazione per seme, è la causa della scarsa disponibilità e di un costo assai elevato dei bulbi. Le foglie emergono dal suolo in primavera e questo fatto contribuisce in maniere decisiva alla rusticità di questa specie. Autori americani indicano che i bulbi vanno piantati in un luogo semiombreggiato, poco profondi in un suolo sempre leggermente umido, anche durante l’estate. Molto interessante è invece l’esperienza di Angelo Porcelli in Puglia. Egli ha avuto buoni risultati anche con questa Lycoris nel clima pugliese, a priori non ideale per tale specie. Angelo riferisce sulla sua coltivazione delle Lycoris: “La chiave del successo è stata la piantumazione piuttosto profonda dei bulbi e in zone in ombra d’estate ma con qualche ora di sole in inverno, grazie alla copertura di alberi spoglianti.” Di particolare interesse è poi la seguente osservazione: “La sprengeri fiorisce a luglio, di solito è la prima in assoluto a fiorire, la temperatura notturna influenza il colore dei fiori e in alcuni anni ho visto le punte dei petali con una tonalità azzurra molto intensa (notti fresche), altri anni appena accennata.” (da comunicazione privata, leggi).
Lycoris squamigera
Questa specie, del sottogenere Symmanthus, con fiori profumati di colore rosa-porpora (spesso con riflessi bluastri) o bianco viene coltivata nel Sud del Giappone, dove è nota sotto il nome kitsune no kamisori. Essa è presente anche nelle zone temperate della Cina e viene coltivata estesamente nel Centro-Sud degli Stati Uniti (Resurrection, Surprise o Magic Lily). La pianta emette i robusti scapi floreali, del diametro di circa 2,5 cm, verso la metà di luglio o all’inizio di agosto e la fioritura dei 6 a 8 fiori di ogni infiorescenza avviene in soli 4 o 5 giorni dalla prima comparsa del getto fuori terra. I fiori ad imbuto sono leggermente inclinati verso il basso, hanno sei tepali larghi ca. 2,5 cm e lunghi 7,5 cm e sono lontanamente simili a quelli di Amaryllis belladonna. A differenza di quest’ultima i fiori sono però sterili, essendo la pianta un triploide, possibilmente il risultato di un antico incrocio tra due specie di Lycoris (L. straminea x L. incarnata) piuttosto che una specie vera. Le foglie nastriformi sono verde grigiastro, assai larghe ed emergono solo in primavera. Esse raggiungono la lunghezza di ca. 30 cm. Lycoris squamigera è una bulbosa robusta e facile in coltivazione, spesso indicata come la più rustica tra le Lycoris. Essa non abbisogna di alcuna cura e può essere piantata in suoli sia acidi che alcalini, anche sotto l’erba di un prato, il quale però non dovrà essere tosato prima di giugno quando la Lycoris va in dormienza e le sue foglie ingialliscono. Lycoris squamigera merita una più ampia diffusione in Europa, dove viene però ancora coltivata poco ed è difficile trovare i bulbi in commercio. I bulbi vanno piantati in un luogo assolato, a poca profondità, lasciando sopra la loro cima uno strato di soli 5-6 cm di terriccio. I bulbi si moltiplicano facilmente e i gruppi troppo folti dovrebbero essere diradati a luglio ogni 4 o 5 anni.
Negli Stati Uniti d’America sono disponibili (vedi, vedi) alcune ulteriori rare specie e ibridi naturali ed orticoli come
Lycoris caldwellii con fiori giallo tenue
Lycoris chinensis con grandi fiori giallo burro o giallo arancio ed una spiccata rusticità
Lycoris x elsiae (probabilmente L. radiata x L. traubii) con fiori bianco crema
Lycoris haywardii con fiori rosa brillante e punte bluastre dei tepali
Lycoris x houdyshelii (L. straminea x Lycoris radiata) con fiori giallo crema e striscia mediana rosa
Lycoris longituba con fiori bianchi, talvolta con riflessi rosati dei tepali con un aspetto cerato
Lycoris rosea con fiori rosa puro
Lycoris sanguinea con fiori di colore arancione su steli alti 30 cm
Lycoris straminea‘Buttermint’ con fiori giallo crema con riflessi rosa su steli alti 60 cm
Lycoris traubiicon fiori appariscenti giallo oro-arancio su steli alti ca. 45 cm
Lycoris ‘Hirao Blue’ (L. longiflora x L. sprengeri) con fiori rosa bluastri su steli alti 60 cm .
In USA si possono trovare anche particolari selezioni di Lycoris radiata var. radiata (e.g. ‘Fire Engine’, ‘Fireworks’) e la forma fertile diploide (Lycoris radiata var. pumila), nonché nuovi ibridi dal Giappone e dalla Cina (e.g. ‘Hill beyond Hill’, ‘Sky over Sky’) e qualcuno ottenuto pure negli stessi USA. E’ in progresso un intenso lavoro di ibridazione a lungo termine, condizionato fortemente dai lunghissimi tempi necessari per allevare le piantine dagli incroci fino alla prima fioritura (generalmente 6 o più anni). Correntemente vengono eseguite delle sperimentazioni con l’applicazione di fitormoni a temperature controllate per accorciare i tempi necessari per ottenere nuovi ibridi (read).
Risulta difficilissimo raccogliere informazioni precise sullo stato dell’arte in Giappone, ma si conoscono alcune spettacolari immagini delle infiorescenze di ibridi tuttora commercialmente non accessibili (vedi la presentazione fotografica in fondo a questa pagina).
Lycoris in Italia
Angelo Porcelli affermò già nell’anno 2006 nel forum Compagni del Giardinaggio (vedi): “Fra i tanti famosi generi della famiglia delle Amaryllidaceae, il genere Lycoris è invece uno dei meno conosciuti. Tutte le specie fioriscono senza la presenza di fogliame, fra metà estate e autunno proprio come Amaryllis belladonna e sono spesso scambiate anche per Nerine. Peculiare di questo genere è la presenza di quasi tutti i colori dello spettro nelle varie specie, dal giallo all’arancio, dal rosa al bianco fino all’azzurro e tutti hanno tepali iridescenti………La coltivazione delle Lycoris è alquanto semplice, richiedono posizioni fresche e ombrose, relativamente umide in estate, essendo originarie di zone boschive, non sembrano avere particolari esigenze in fatto di terreno. La difficoltà principale, che di solito si incontra, sta nella lenta ripresa dei bulbi con radici troppo disidratate e la fioritura si fa attendere per un paio d’anni dopo la messa a dimora. Una volta attecchite fioriscono con regolarità e abbondanza, i gruppi troppo folti vanno divisi subito dopo la fioritura e ripiantati quanto prima.”
Infatti, i bulbi di Lycoris radiata e di Lycoris aurea commercializzati in Italia provengono in primavera da coltivazioni indiane e vengono raccolti nel periodo autunnale in cui avrebbero dovuto emettere le foglie. Conservandoli invece fuori terra, viene indotto un periodo di dormienza artificiale fino alla primavera successiva. Spesso tali bulbi non sono in grado di far crescere le foglie prima dell’estate e, se sopravvivono il mancato completamento del ciclo vegetativo, abbisognano generalmente di un anno – e spesso di due anni – per superare lo stress e fiorire per la prima volta. Sarebbe opportuno importare piuttosto bulbi di Lycoris durante il loro naturale periodo di riposo estivo dal Giappone o dall’America, ma i problemi logistici e gli alti costi risultano ancora particolarmente gravosi e si riflettono nei prezzi maggiori rispetto a quelli dei bulbi disponibili in primavera.
In Italia mancano per ora esperienze nelle varie condizioni climatiche, ma, secondo A. Porcelli dovrebbe essere possibile coltivare varie specie ed anche ibridi di Lycoris quasi in tutto il Paese. Sarà importante controllare bene l’effetto sulle rese a lungo termine della profondità d’impianto dei bulbi e della temperatura e dell’umidità del suolo durante il riposo estivo, nonché le condizioni microclimatiche durante il ciclo vegetativo, sia delle specie a fogliazione autunnale che primaverile. Infatti, Porcelli ottiene, nel clima caldo della Puglia, risultati molto soddisfacenti piantando i bulbi in piena terra in profondità ( a 20-30 cm, contro i pochi centimetri suggeriti dai giapponesi ed americani ) ed assicurando un parziale ombreggiamento con piante a foglia caduca. E’ probabile che in molte zone d’Italia sarà possibile regolare più facilmente le condizioni in cui cresceranno le piante in vaso. In zone particolarmente fredde durante l’inverno sarà possibile riparare i vasi in zone luminose e sufficientemente calde per la sopravvivenza delle foglie, indispensabili per lo sviluppo dei bulbi.