Sternbergia lutea
€ 6,50 (5 pz) - € 55,25 (50 pz)
Fiore giallo oro.
per aggiungere il prodotto alla lista dei desideri bisogna fare il login
Informazioni aggiuntive
Famiglia | |
---|---|
Origine | |
Calibro | |
Altezza | |
Esposizione | |
Fioritura |
Tutte le specie (8-12) del genere Sternbergia sono originarie del Mediterraneo e del Medio Oriente. Si tratta di un genere affine a Narcissus. Infatti, in inglese viene usato il nome comune Autumn daffodil, probabilmente perché i bulbi assomigliano molto a quelli dei narcisi. L’affinità tra i due generi è però solo botanica. Dal punto di vista della forma non c’è da sorprendersi che molte persone pensino si tratti di un croco. Basta però ricordare che l’ovario delle Sternbergia è infero e contando gli stami si nota subito che la Sternbergia ne ha sei, mentre i crochi solo tre. I fiori di tutte le specie sono di colore giallo, con la sola eccezione della rarissima Sternbergia candida con fiori bianchi. Tutte le specie sono a fioritura autunnale, ad eccezione di due specie: S. candida e S. fischeriana a fioritura in tardo inverno o primissima primavera.
La specie meglio nota, e l’unica facilmente reperibile, è la Sternbergia lutea, diffusa in quasi tutta Italia, ma ormai classificata come pianta rara. Particolarmente bella è la sua fioritura tra i sassi calcarei della Murgia. Essa viene spesso indicata come la migliore bulbosa a fioritura autunnale ed è ben nota agli appassionati di tutto il mondo. I suoi nomi inglesi, oltre al già citato Autumn daffodil, indicano la sua popolarità e l’associazione con i luoghi d’origine: Lily-of-the-field e Mount Etna Lily. Il nome volgare italiano richiama la somiglianza con la forma dei crochi autunnali: Zafferanastro giallo. La pianta raggiunge l’altezza massima di 15-20 cm. I fiori, di forma ovoidale e lunghi fino a 5 cm, sono portati da steli biancastri e sono di colore giallo oro. Le foglie lineari larghe ca. 1 cm, sono presenti già al momento della fioritura a settembre o ottobre e continuano ad allungarsi successivamente. La forma ‘Angustifolia’ è caratterizzata da foglie più sottili. La specie affine Sternbergia sicula, frequentemente considerata una sottospecie della S. lutea, è leggermente più piccola. I suoi fiori hanno un colore giallo chiaro e le sottili foglie sono molto scure. Di questa specie è nota anche la forma ‘Graeca’ con foglie ancora più sottili e fiori ad imbuto.
I bulbi della Sternbergia lutea assomigliano a quelli dei narcisi e sono molto velenosi. Sono ricoperti di catafilli di colore marrone scuro. La loro propagazione agamica è piuttosto lenta e questo fatto contribuisce alla scarsità delle piante in natura, i cui fiori vengono purtroppo spesso raccolti senza rispettare i divieti. I bulbi di nuovo acquisto vanno piantati alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno alla profondità pari almeno al doppio della loro altezza. Il suolo deve essere permeabile, ma può essere anche sassoso e pesante se ben drenato, come per esempio su pendii. In giardino i bulbi vanno piantati secondo la regola “uno sì, uno no” o più distanziati, ma sempre possibilmente in gruppi numerosi in macchie circolari, simili al modo in cui le piante crescono in natura. I bulbi devono trovarsi in una zona ben assolata, assicurando almeno 4 ore di sole pieno, possibilmente nelle ore mattiniere. Una debole concimazione con un fertilizzante liquido per piante fiorite subito dopo la fioritura aiuta lo sviluppo dei bulbi. In assenza di forte gelo le foglie persistono durante l’inverno e nutrono i nuovi bulbi, i quali dovrebbero trovarsi durante il periodo di dormienza estiva in un posto asciutto. Ovunque si presentano le condizioni favorevoli è preferibile lasciare i bulbi indisturbati per molti anni. Si deve però tenere presente che la presenza di umidità nei mesi caldi può facilmente portare al loro deterioramento. Pertanto, in giardini dove viene praticata l’irrigazione artificiale è consigliabile dissotterrare i bulbi e conservarli in un luogo asciutto fino al reimpianto all’inizio di settembre. Questa prassi non assicurerà la fioritura ottimale, ma permette di non perdere le piante.